giovedì 11 agosto 2016

Ezechiele 12,2-12 e Matteo 18,21-19,1
Come un esiliato ...


Ezechiele è per Israele un segno, il segno dell'esule, della tribolazione che colpirà il popolo e l'intera nazione: "Fa’ alla loro presenza un’apertura nel muro ed esci di lì. Alla loro presenza mettiti il bagaglio sulle spalle ed esci nell’oscurità. Ti coprirai la faccia, in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti".
I profughi e gli esuli, sono un segno? Non saranno anche per noi un segno come lo è stato Ezechiele? Il segno da guardare l'uomo nella sua sofferenza e fragilità, l'uomo in balia delle ingiustizie e delle discriminazioni frutto delle "politiche" delle nazioni. Il segno di un uomo che cerca i fratelli e trova fratellastri. La fraternità (quella che impariamo dal Vangelo di oggi) supera e appiana ogni differenza e distinzione.

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