domenica 26 marzo 2017

1 Samuele 16,1-13 / Salmo 22 / Efesini 5,8-14 / Giovanni 9,1-41
Mi ha messo del fango sugli occhi ... Ora ci vedo!

Nel prologo del Vangelo di Giovanni troviamo: In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. (...) Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. (...) A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio".
È questa chiave di lettura di ciò che accade, proprio fuori dal Sacro Tempio di Gerusalemme quando Gesù incontra un uomo completamente ceco ... completamente scartato dalla sua gente.
Il nostro essere cechi, il nostro essere tenebra, e causa di cecità viene toccato dalla luce. Che cosa succede?
Non è un miracolo ma un segno che dimostra che Dio agisce tuttora attraverso la nostra realtà; è segno della forza di Dio, che nel fango si dimostra capace di sbaragliare il limite della tenebra (il peccato) per farci gustare la luce della bellezza (il suo volto), e proporci, ora che vi vediamo, la vita da figli, la vita da discepoli.
In realtà tutta la narrazione di Giovanni confluisce in questo dialogo:
"Tu, credi nel Figlio dell’uomo?".
"E chi è, Signore, perché io creda in lui?".
"Lo hai visto: è colui che parla con te".
"Credo, Signore!". E si prostrò davanti a lui.
La vita del cieco guarito risulta completamente trasformata perché in tutta questa vicenda , lui, povero peccatore perdonato, alla fine è l'unico che riconosce Gesù e lo vede per quello che è: vede il figlio dell'uomo; vede il verbo di Dio; vede la vita; vede la luce ...
Per gli altri (giudei, scribi e farisei ...) per tutti quelli che sono lì attorno, proprio perché non riescono a vedere in Gesù la Gloria, il mistero di Dio, precipitano in una tenebra che diviene per loro esperienza di rifiuto del mistero di amore e di misericordia. In questo consiste la cecità, il rifiuto della luce: ci si sottrae alla luce, ci si prova della possibilità di riconoscere la bellezza.
Tutto il racconto di Giovanni presenta in prospettiva la piena novità di vita di chi si lascia toccare da Gesù. Gesù fa del fango e lo spalma sugli occhi del cieco, in quel modo il Signore si accosta al tuo limite, alla tua umanità scandalosamente ferita, e la rigenera e rinnova nella possibilità di gustare, vedere ciò che è vero e bello. L'uomo che vede ora ha un solo desiderio, il legame, l'appartenenza al maestro ... Ma è questo condizione che fa la differenza!
Per chi non vuole il fango, per chi si ostina a tenere Gesù sotto controllo e a distanza da se, resta solo la condizione di tenebra. Una sorta di ipocrisia di falsità che cerca di giustificare e interpretare la realtà e la vita, garantendo però solo una tenebra di peccato e di scarto, cioè di mortifera separazione e produce solo la visione delle cose brutte!

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