mercoledì 8 marzo 2017

Giona 3,1-10 e Luca 11,29-32
Il segno di Giona ...


"Giona fu un segno", dice Gesù, fu un segno efficace. Non mostrò una potenza sovrumana, nemmeno obbligò la città alla conversione con strumenti coercitivi. Giona, attraversò la città predicando: "ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta"; un appello al cambiamento di mentalità, al cambiamento degli stili di vita. Tutti in città fecero penitenza, dagli uomini fino al bestiame. Giona fu per la città di Ninive un segno efficace; la sua predicazione generò la conversione. Anche Gesù si pone nella stessa prospettiva; di fronte alla durezza del cuore e dei pensieri di chi ha accanto, degli scribi e farisei, e forse anche di molti altri, egli si appella al segno che è Giona, confidando nella conversione dei suoi contemporanei, ma egli è ben più di Giona, come è più del re Salomone, egli è il segno della croce. Il segno della croce non solo chiede conversione ma chiede di desiderare un mondo nuovo, un mondo salvato.

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