lunedì 20 marzo 2017

2 Samuele 7,4-16 / Salmo 88 / Romani 4,13-22 / Matteo 1,16-24
Solennità di San Giuseppe
"Canterò per sempre l'amore del Signore..."


La fede è una "cosa" seria. In molti (relativamente oggi) pensiamo di avere fede, tanti l'hanno persa e ancora di più non sanno neanche cosa significhi avere fede. Evidentemente confondiamo la fede con il credere attraverso l'esperienza e il senso religioso. Ma la fede non si esaurisce nel sentimento del "credere".
"Dio non è quello che credi" ... In questa frase si nasconde tutto lo stupore e la meraviglia di chi è disposto ad aprire la propria vita all'incontro con Dio. Appunto, per chi è disposto ...
San Giuseppe è di questo, straordinario incontro, un testimone di autorevole di bellezza ed efficacia. Tutta la Scrittura, da Abramo in poi "canta", cioè narra la grandezza del Signore, che per amore e nella fedeltà alla promessa ci accompagna fino a riconoscere in Giuseppe un prodigio di uomo che a sua insaputa, Dio lo sceglie per rivestirlo di paternità! Nella paternità di Giuseppe possiamo riconoscere lo spazio in cui egli si accorge del mistero di Dio e si rende conto di cosa sia la fede. Quando riconosciamo che Dio dimora nella nostra vita di tutti i giorni, e in quella vita diviene fonte dell'appello alla fede, allora, la fede stessa ci apre la mente e il cuore alla comprensione del mistero, delle scritture, del volto del Padre del cielo.
La paternità (come mistero e fede) per Giuseppe è: stringere fra le braccia Gesù appena nato; portarlo sulle sue ginocchia coccolandolo come fanciullo; abbracciarlo da adolescente e lasciarsi sostenere da Gesù giovane nei momenti della fatica ... Proprio in quella esperienza vera e sensibile, Giuseppe riconosce che la fede e il mistero di Dio,  ha percorso la sua storia personale ... come Dio aveva promesso, e riconosce che in Gesù, il Messia, non è più atteso, ma è realtà. Giuseppe con la sua vita "canta per sempre l'amore del Signore.

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