giovedì 23 marzo 2017

Geremia 7,23-28 e Luca 11,14-23
È giunto a voi il regno di Dio...


La logica conseguenza che deriva dal Vangelo è che "il regno di Dio" non va più atteso, ma è già presente nella storia e nel tempo, in forza di Cristo. Con l'incarnazione di Gesù, diciamo che è arrivata a pienezza del tempo; con questo noi, non affermiamo che il tempo è finito, o che siamo nella "apocalissi" e in visione della "parusia". Dire pienezza del tempo significa affermare che con l'incarnazione del Verbo, l'agire di Dio diviene storico, cioè si esprime e diviene parte della nostra storia, del nostro tempo, del nostro spazio, della nostra esistenza reale; ecco quindi quel dito di Dio che scaccia e vince il male. Ma tutto questo non è il paradiso perduto ... 
Facciamo molta fatica a comprendere e ammettere un Dio che umilmente diviene parte del tempo, dello spazio e della storia ... Ma tutto ciò è travisato dalla nostra attesa e aspettativa di una salvezza risolutrice. Invece dalle parole di Gesù comprendiamo come la pienezza del tempo riguarda il verbo di Dio fatto uomo, ma riguarda anche noi, nel nostro divenire adatti a riconoscere e accogliere il "regno dei cieli". La nostra fatica è ben espressa nelle parole di Geremia: "Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno".

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