domenica 12 marzo 2017

Genesi 12,1-4 / Salmo 32 / 2 Timoteo 1,8-10 / Matteo 17,1-9
Egli ci ha chiamati ha una vocazione Santa ...


Sei giorni dopo ...
Sei giorni dopo la professione di fede di Pietro, rispetto la quale Gesù corrisponde il nascere della Chiesa dalla sua stessa fede, dall'essere pietra/Pietro.
Sei giorni dopo aver raccontato che a lui sarebbero toccati giorni di dolore e di grande sofferenza a Gerusalemme ...
Sei giorni dopo aver raccontato la croce come giogo che non ti schiaccia ma che ti innalza fino al crielo ...
Sei giorni dopo aver ripreso Pietro nel suo voler portare Gesù sul terreno delle sicurezze e garantire il Signore rispetto alla sua vera vocazione...
Ebbene sei giorni dopo ... Gesù chiede a Pietro, Giacomo e Giovanni di andare con Lui, di seguirlo sul monte ... Prende con sè quei discepoli che più degli altri sono stati "problematico" ma che alla fine hanno costruito con Gesù una vera amicizia.
Che cosa rappresenta l'esperienza sul monte?
È lì sul monte Il Padre solleva il velo dell'umanità di Gesù e mostra ai questi tre amici di suo figlio la gloria del "Figlio dell'uomo".
Dio affida all'amicizia, alla loro amicizia, l'occasione di custodire la fede in lui, di riconoscere in lui quella unicità che "trasfigura tutto".
Pietro, Giacomo e Giovanni, hanno provato cosa significa credere in una amicizia così forte, nella quale Gesù ha svelato tutto di sè ... Ed essi ne rimasero meravigliati (è bello per noi ...) ma anche profondamente provocati e turbati (caddero con la faccia a terra).
I tre discepoli “hanno visto, udito e contemplato”, essi sono stati anche toccati da Gesù, da lui come risvegliati a una nuova conoscenza nella fede di Gesù Cristo stesso. Essi sapranno seguire Gesù a Gerusalemme, nella passione scandalosa, nell’angoscia da lui vissuta nel giardino del monte degli Ulivi? Ricorderanno questa esperienza o la dimenticheranno?
Noi sappiamo che tutto questo segnò profondamente la loro vita, perché essi condivisero con il Signore una vera amicizia, un vero affetto, un vero amore, fino alla completa esperienza di dare anche loro la vita.
La trasfigurazione è l'esperienza che ha formato questi discepoli ad essere amici di Gesù, a custodire nella amicizia il dono della fede,  il patto e la bellezza di un amore per sempre.
Tutto nasce da Gesù, la sua chiamata, il suo chiederci di seguirlo sul monte e ora qui nel nostro tempo ... Questa chiamata è la manifestazione della nostra vocazione alla santità.
Una vocazione Santa ...chiamati a vivere in amicizia con lui, vivere l'amicizia di lui. La nostra santità è la sua amicizia.
Della sua amicizia possiamo dire tante cose ... Ma forse una ci sfugge che prima di tutto la sua amicizia è la sua, è una richiesta, una chiamata ... Chi vuole venire dietro a me prenda la croce e  mi segua ... Chi vuole venire dietro a me sia mio amico, lo sia fino in fondo. 

Chi accoglie la mia amicizia impara da questo amico a trasfigurare le cose che vive e lo spazio, il tempo, le relazioni... Gesù con la trasfigurazione, trasfigura tutto a partire da lui.  Noi nel seguirlo, impariamo a trasfigurare tutto ... oppure ci lasciamo tentare a vivere  in un profilo basso e di mediocrità, di rivendicazioni assurde e generalmente strumentali?
Trasfigurare la realtà significa plasmarla e incidere un segno di bellezza. La trasfigurazione è quindi esperienza di amicizia, di fede e di bellezza che riesco a generare. Quale bellezza salverà il mondo? La bellezza del risorto; la bellezza della trasfigurazione.

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