lunedì 27 marzo 2017

Isaia 65,17-21 e Giovanni 4,43-54
"...  poiché creo Gerusalemme per la gioia ..."

Gerusalemme è un segno e un simbolo; è la città del Dio altissimo, lo è sempre stata fin dall'antichità, già ai tempi di Abramo. Ma Gerusalemme anche oggi resta il segno della speranza di pace, della certezza che nonostante tutto il male possibile: "Dio rinnoverà Gerusalemme", non per i nostri meriti ma per la sua gioia!
Gerusalemme è il segno della presenza continua e costante di Dio con il suo popolo, il luogo della sua dimora e anche del nostro dimorare; la stessa vita di Dio, in Gesù, a Gerusalemme si lega indissolubilmente, grazie al tempo e alla storia, alla vita degli uomini.
Proprio per questo singolare contenuto che unisce insieme storia, realtà e desiderio, il segno-simbolo rievoca la vicinanza di Dio e il suo farsi conoscere, rivelarsi. L'uomo per credere ha bisogno dei segni, Gesù riconosce che noi siamo esseri simbolici. Lo stesso Vangelo ci racconta come l'uomo ricerca nella realtà i segni della presenza attiva e operante di Dio. Gerusalemme non è una città, è una promessa che diventa storia, diventa tempo, diventa vita ... Oggi è attesa della "parusia", ed è fede nel Dio altissimo!

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