mercoledì 29 marzo 2017

Esodo 32,7-14 e Giovanni 5,31-47
Dal Dio per sé ... al Padre di Gesù!

Dio: "Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto" (Esodo).
(...)
Gesù: "E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato" (Giovanni).
(...)
Gesù: "Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio" (Giovanni).

La tentazione di determinare Dio come il "Dio" delle proprie mani, del proprio cuore, delle proprie relazioni, è costante ed è spesso presente nella nostra vita, frutto "dell'io centrismo": io ho bisogno di un Dio a modo mio.
Ma se qualcuno ci "narra" chi è Dio, se ad esempio Gesù ci racconta chi è il "padre", si rivela immediatamente la fragilità delle nostre posizioni, e sul modo di conoscere Dio. Al punto che realmente Dio non è ciò che conosciamo di Lui e di noi. Gesù in ultimo, ci dice che il "mistero" di Dio, il suo essere percepito ma non compreso, è condizione propria dell'amore. L'amore di per sé non è quiete ... ma è, almeno, una leggera brezza mattutina che ti risveglia con un leggero brivido di vita.

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