giovedì 11 maggio 2017

Atti 13,13-25 e Giovanni 13,16-20
Una vita da mediano ...


"... una vita da mediano
a recuperar palloni
nato senza i piedi buoni
lavorare sui polmoni
una vita da mediano
con dei compiti precisi
a coprire certe zone
a giocare generosi
lì, sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n’hai stai lì ..." (Ligabue)

Questa canzone di Ligabue, mi è risuonata in mente dopo aver letto queste parole del Vangelo di Giovanni, come a descrivere la figura del discepolo cosi come emerge nel pensiero di Gesù, "in verità in verità ...": "un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica". L'umiltà del discepolo rappresenta la sua forza e la sua virtù, il suo valore e la sua tenacia. Lì, sempre lì, in questa partita che si gioca nel tempo e nella storia; un gioco il suo, spesso in ombra, con compiti precisi e impegno generoso ... Perché il discepolo, come un buon mediano, si impegna a servizio di un ALTRO ... di altro ...
In questo caso a servizio del suo maestro, del Signore. Questa condizione non è umiliante o avvilente, ma costituisce il cuore della beatitudine del vero discepolo.

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