martedì 2 maggio 2017

Atti 7,51-8,1 e Giovanni 6,30-35
... Il pane di Dio ...


Nel discorso a Cafarnao, in realtà ci viene presentata la prima disputa eucaristica nella comunità cristiana/giudeocristiana. Il segno che Gesù ha fatto, come interpretarlo? Dove collocarlo? È stato un miracolo per soddisfare un bisogno reale, oppure è un segno che rivela e manifesta l'agire di Dio Padre? Si colloca nella rievocazione della manna data ai padri o ci proietta nel corpo di Gesù come dono di Dio per la vita del mondo?
Nella consapevolezza di questo segno possiamo restare saldamente legati a una lettura veterotestamentaria, per cui il miracolo del pane dimostra che Dio si prende cura del suo popolo, fedele all'alleanza stabilità; oppure nella comprensione del segno siamo proiettati nella dimensione del sacramento, cioè della simbologia che rende efficace la grazia che salva. Il Cristiano si lascia condurre da Gesù, con stupore nel comprendere il segno del pane come sacramento. Questo è infatti il pane di Dio, "colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". Il suo corpo e il suo sangue sono essenziali per la vita del "mondo", nel tempo e nell'eternità.

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