venerdì 6 ottobre 2017

Baruc 1,15-22 e Luca 10,13-16
Le nostre disubbidienze!

Nella nostra mentalità al l'obbedienza corrisponde stesso l'idea di un gesto infantile opera di un bambino rispetto ai genitori; non è un mistero che i bambini confessando di dicono: "ho disubbidito a mamma e babbo".
Occorre invece comprendere l'obbedienza in tutta la sua portata di un rapporto maturo e responsabile. L'obbedire inizia dall'ascolto! L'ascolto della Parola è la prima forma di obbedienza. L'esperienza narrata dal profeta Baruc è infatti: "gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, che diceva di camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messo dinanzi".
Il mancato ascolto nella vita del credente è causa del mancato orientamento e di incapacità nel discernimento, al punto che come accadde per le città del lago di Galilea, dopo l'entusiasmo iniziale dell'ascolto delle parole del Signore, non ci fu mai il passaggio alla conversione del cuore e della vita. Ci fu invece "il non apprezzare Gesù"; ritenendolo inadeguato al loro stile di vita; in questo mettevano la distanza e incredulità circa l'esperienza stessa di Dio. Il discepolo ben sa, che l'ascolto non è opzionale, ma è come l'aria per i polmoni e l'acqua per la sete, senza l'ascolto non c'è vita cristiana, e la nostra pratica di fede rischia di identificarsi con una convenzione sociale.

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