giovedì 26 ottobre 2017

Romani 6,19-23 e Luca 12,49-53
Tra desiderio e angustia ...

Quando ci confrontiamo con parole simili a quelle del Vangelo di oggi, generalmente facciamo finta che siamo una immagine che non si applica alla visione della nostra realtà. È una immagine che ci turba. Ci turba perché, ad esempio, già conosciamo la sofferenza e il dolore dei rapporti famigliari feriti e delle divisioni. Sappiamo che queste ferite sono, spesso, insanabili e hanno ripercussioni a catena.
Ma è possibile che Gesù sia venuto ad ampliare lo spettro di queste contrapposizioni?
Gesù ci confida che aveva una grande angustia, travaglio, turbamento: doversi immergere totalmente nella nostra esperienza ed esistenza umana, fare esperienza del nostro male, toccare il nostro peccato, le nostre ferite ... e portarle su di sé. Gesù è profondamente scosso da questa esperienza che però esprime la volontà di Dio padre. È questo suo farsi carico, e fare esperienza, che diviene fuoco purificatore. Di fronte al Signore ogni nostra esperienza viene purificata come con il "Fuoco" e non esiste più ambiguità. Cessa ogni ambiguità, ma questo accentua ogni divisione, perché la vera pace non sarà frutto di compromesso ma adesione alla verità; e la verità è solo Lui, con tutte le sfumature che vogliamo, ma è solo Lui.

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