sabato 10 febbraio 2018

1 Re 12,26-34 e Marco 8,1-10
Sacerdoti ... e sacerdoti


L'accostamento dei queste letture produce un effetto importantissimo. Nel Vangelo leggiamo oggi, la moltiplicazione del pane e dei pesci. È un segno compiuto dal Signore dopo una esperienza di cammino, di digiuno e di ascolto; ora quella folla ha fame e non si può rimandarla senza averla nutrita; verrebbe meno lungo il cammino.
Sono parole e situazioni che descrivono l'esperienza della fede e della vita di fede. Il cammino della vita per esprimere una fede matura deve essere un percorso di essenzialità e anche di penitenza, di purificazione, di liberazione dalle schiavitù del peccato. Ma è pure un cammino nella "Parola" che chiede l'ascolto della vita, come pure un nutrimento che solo il Signore può dare: il suo pane spezzato. È possibile venire meno nel cammino della fede nel momento in cui sostituiamo alla fede l'esperienza del credere, allora tutto diviene insufficiente per la fede. Quando i segni sono svuotati della sacralità e del mistero di Dio, restano segni di ciò in cui si crede, come i vitelli d'oro di Israele, ma non sono più segni della fede. Così è anche per il sacerdozio. I sacerdoti di Geroboamo sono senza radici e senza ascendenza: non sono discendenti di Aronne e neppure dei Leviti. Ogni sacerdote di Cristo, è mistero di Cristo: spezza il pane, nutre la fede e custodisce e rinnova la Parola.

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