venerdì 16 febbraio 2018

Isaia 58,1-9a e Matteo 9,14-15
Digiuno, nozze e lutto

Lo stile della penitenza e della conversione - il digiuno - sembra proprio non essere solo un problema dei cristiani, ma fon dall'antichità ci si è interrogato sol senso, sulle motivazioni e i modi di esprimerlo e farne esperienza.
Isaia ha parole particolari ed efficaci per portare in primo piano le ipocrisie che possono condizionare penitenza e conversione: "Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso".
Per noi tutti diviene importante la fedeltà a uno stile che esprime le stesse intenzioni del Signore: nozze e lutto.
Le nozze ci comunicano la letizia e la festa. La gioia del cambiamento, del plasmare la nostra vita e le nostre fragilità con l'aiuto della grazia dell'eucaristia e della riconciliazioni. "C'è gioia in cielo per un peccatore che si converte ..." La gioia del nostro cambiamento è la gioia di chi riveste l'abito di nozze per essere con lo sposo, assieme a lui. La gioia delle nozze è intimità di preghiera, azione e sacrificio.
Il lutto ci condivide e ci rende partecipi della realtà. Il tempo della lontananza, il tempo in cui lo sposo è tolto, non è il tempo della latitanza, della mancanza, dell'assenza. Il lutto è il tempo della nostra realtà, tempo di veglia; tempo presente di compassione; tempo della speranza circa le realtà durature che oggi sperimentiamo solo in "ombra". Il tempo del lutto è transizione in attesa della risurrezione.

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