domenica 11 febbraio 2018

Levitico 13,1-2.45-46 / Salmo 31 / 1 Corinzi 10,31-11,1 / Marco 1,40-45
Fate tutto per la gloria di Dio!


Una immagine quella del Vangelo che ci precipita nel cuore della misericordia, un uomo lebbroso, nascosto al mondo, velato per non mostrare l'orrore del suo male, che porta a Gesù la sua umile voce ... "Se vuoi puoi purificarmi ..." Nessuna pretesa solo la voce di un uomo umiliato e ferito dal male, da un male che uccide; ma soprattutto un uomo scartato escluso. È quella voce che commuove le viscere del Signore al punto di porgergli la mano e a toccarlo. Le Parole di Gesù sono chiarissime: "lo voglio, sii purificato ..."
Gesù non rimane indifferente di fronte alla supplica dell'uomo, e il Suo desiderio è quello di corrispondere alla preghiera. C'è in Gesù il desiderio di riconsegnarlo alla sua vita, alle due relazioni umane. (...)
Tutti sappiamo infatti che la lebbra era una malattia che, prima di tutto escludeva dal contesto sociale e di relazioni comunitarie e famigliari, una malattia segno di peccato e di condanna da arte di Dio, una malattia contagiosa che conduceva alla morte, non c'era rimedio.
Alla luce di questo Vangelo vorrei che facessimo un piccolo percorso sulle lebbre che anche oggi riconosciamo attorno a noi ...
Chi sono dunque i lebbrosi di oggi? Chi sono lebbrosi per il mondo? Ci sono dei lebbrosi anche nella Chiesa? Ci sono lebbrosi nella società civile?
Sì! Ci sono dei lebbrosi anche ai nostri giorni,  ma per assurdo non sono un gruppo di sventurati colpiti da una infame malattia, ma lebbrosi oggi sono quella minoranza che per la fedeltà al Vangelo e per amore del Signore non si piega alle convenzioni sociali e viene bollata come credenti..., e vengono dai più marginalizzati. (...)
Ma non sempre la comunità Cristiana, la Chiesa, è fedele al gesto di Gesù, e di conseguenza pure lei individua i suoi lebbrosi ... Questo succede quando obbedire alla legge è più importante che vivere la legge dell'amore. E così anche nella chiesa ci sono dei lebbrosi ...
Lebbrosi della comunità cristiana sono quei fedeli che nella fatica di un orientamento omosessuale vivono come condizione di scarto la loro peculiarità. Questo quando un moralismo rigido li esclude non per il loro agire morale ma solo per la loro condizione.
Lebbrosi della comunità cristiana sono coloro che rischiano lo scarto per la loro situazione di separati, conviventi, divorziati e risposati ... Si sentono scattati per forza delle leggi canoniche, che vivono come una sentenza su di loro.
Tendere la mano della comunità ci porterebbe a comprendere le norme non come una sentenza di condanna ma come l'occasione, a partire da quelle condizioni, per accompagnarli ugualmente con amore e compassione. Si vince lo scarto con l'esercizio dell'inclusione.
Ma anche nella società civile, stiamo assistendo al diffondersi di nuove lebbre: una attualissima come l'influenza è quella dei migranti. Quale antidoto, quale antibiotico individuare per risolvere questa piaga: l'espulsione, l'esclusione ... Non devono essere qui perché non ne hanno i requisiti ... Forse una legge non più attuale, la Bossi-Fini, non basta a colmare e a gestire un problema in continua evoluzione.
Un popolo di seicentomila immigrati irregolari, che si sente dire che saranno riportati nei loro paesi ... Non possono non sentirsi  esclusi, si sentiranno a dir poco potenziali lebbrosi.
"Occorre rimandarli indietro, respingerli ... "Sembra proprio che ci dobbiamo adeguare all'idea di schiacciare sotto il tallone del nostro piede il grido di miseria e di disperazione di 2/3 dell'umanità. Ma Il problema non è il respingimento, il problema è l'egoismo dei ricchi, dei ricchissimi di questo nostro mondo economicamente avanzato, ma umanamente degradato.
Ogni lebbroso, grida, supplica solo una frase "Signore se vuoi puoi purificarmi!"
Come ha fatto Gesù, la lebbra viene purificata toccando con la mano l'uomo malato, e in quell'incontro si condivide la sua stessa vita che purifica.
Con compassione, noi tutti, ogni comunità cristiana, il mondo deve muoversi a compassione e toccare l'uomo ferito, umiliato e scartato.

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