domenica 18 febbraio 2018

Genesi 9,8-15 / Salmo 24 / 1 Pietro 3,18-22 / Marco 1,12-15
Quaranta giorni di deserto ...

Carlo Carretto, negli anni cinquanta fu a capo dei giovani dell'Azione Cattolica Italiana, poi lasciò ogni incarico per seguire il modo di vivere di Charles De Foucauld, e visse per 10 anni del deserto del Sahara. È da questa ed altre esperienze che trasse un libro: "Il deserto nella città del 1979".
Deserto... deserto... deserto! Quando pronuncio questa parola sento dentro di me che tutto il mio essere si scuote e si mette in cammino, anche restando materialmente immobile là dove si trova. È la presa di coscienza che è Dio che salva, che senza di Lui sono "nell'ombra di morte" e che per uscire dalle tenebre devo mettermi sul cammino che Lui stesso mi indicherà.
È il cammino dell'Esodo, è la marcia del popolo di Dio dalla schiavitù degli idoli alla libertà della Terra promessa, alla luminosità e alla gioia del Regno. E questo attraverso il deserto.
Questa parola "deserto" è ben di più che una espressione geografica che ci richiama alla fantasia un pezzo di terra disabitato, assetato, arido e vuoto di presenze.
Per chi si lascia cogliere dallo Spirito che anima la Parola di Dio, "deserto" è la ricerca di Dio nel silenzio, è un "ponte sospeso" gettato dall'anima innamorata di Dio sull'abisso tenebroso del proprio spirito, sugli strani e profondi crepacci della tentazione, sui precipizi insondabili delle proprie paure che fanno ostacolo al cammino verso Dio.
"Sì, un tale deserto silenzioso è santo ed è una preghiera al di là di ogni preghiera che conduce alla Presenza continua di Dio e alle altezze della contemplazione, dove l'anima, infine pacificata, vive della volontà di Colui che essa ama totalmente, assolutamente, continuamente". (...)

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