lunedì 2 luglio 2018

Amos 2,6-15 e Matteo 8,18-22
La realtà e ... infedeltà 

La profezia è diretta e senza ambiguità; la profezia diviene e permette un processo che rende esplicita la distanza che mettiamo con Dio; essa permette di cogliere la sfrontatezza e disumanità, la corruzione, il disfacimento dei valori e del senso della vita. Amos quindi non si limita a denunciare l'infedeltà del popolo e la condanna di Dio, ma mette pure in evidenza le conseguenze dell'infedeltà e della condanna di Dio.
Essere discepoli di Gesù, apporta alla realtà un di più insperato, di conversione e di rottura. Il discepolo rappresenta l'inquietudine per chi attende il cambiamento, un discepolo non si siede mai pacifico e appagato attendendo il domani, il discepolo come il maestro non ha un sasso dove posare il capo. Il discepolo rappresenta la risolutezza delle scelte, non si avanza per compromessi, ma per capacità di lasciare qualcosa, anche ciò che che è un vincolo che ci legano alle persone e alle cose.

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