lunedì 9 luglio 2018

Osea 2,16-22 e Matteo 9,18-26
Ci prende la mano ...

A chi di noi non piacerebbe che il Signore prendesse la mano e sollevandoci dal torpore della quotidianità ci conducesse nel deserto per parlare al nostro cuore.
È in queste immagini di prossimità che la rivelazione ci manifesta come il mistero del "Dio con noi" è sponsalità; come la salvezza dal peccato, dal male e dalla morte è sponsalità; cioè viene donata attraverso un vincolo esistenziale in cui la vita di Dio si lega indissolubilmente alla vita degli uomini.
La profezia di Osea, è immagine di un innamorato alla pazzia; che rapisce l'amata per  farla sua sposa per sempre. Si tratta di una esperienza di totalità, che non conosce sconti e neppure fasi intermedie di parzialità, è un amare per sempre. Nella vita cristiana occorre abbandonarsi alla fedeltà del Signore.
Il Vangelo lo possiamo rileggere nella duplice immagine come lo sposo che salva la sposa. Come il vincolo di amore permette di riconoscere sempre nell'amata colei che merita i doni più belli: la pienezza della vita. Non importa la derisione, ciò che conta è la sua mano nella nostra.

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