domenica 22 luglio 2018

Geremia 23,1-6 / Salmo 22 / Efesini 2,13-18 / Marco 6,30-34
Raccolti attorno a Gesù?

Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (La gioia del vangelo), papa Francesco ricorda come deve essere la missione della chiesa di oggi.
Annunciare e predicare.
Al n. 15 dice: “Bisogna non perdere la tensione per l’annuncio a coloro che stanno lontani da Cristo, perché questo è il compito primo della chiesa … È necessario passare da una pastorale di conservazione a una pastorale decisamente missionaria”.
Uscire.
Al n. 23 dice: “È vitale che oggi la chiesa esca ad annunciare il vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura.
Rinnovamento e cambiamento.
 Al n. 27 dice: “Ogni rinnovamento della chiesa deve avere la missione come suo scopo per non cadere preda di una specie d’introversione ecclesiale”.
Azione e reazione.
Al n.49 dice: “Preferisco una chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze”.
La preoccupazione di Gesù.
Dopo essere stati inviati, i discepoli si trovano attorno a Gesù, anzi lui stesso mi conduce in disparte perché possano raccontargli con loro esperienza.
Occorre trovare lo spazio e la tranquillità per poter raccontare al Signore come noi stessi oggi viviamo il nostro essere missionari.
La missione non è scontata, la fatica non è evitata ma ... occorre realmente che ci ricollochiamo nella missione. Per fare l'esperienza di tornare al Signore per raccontargli che cosa ci è accaduto. Cosa abbiamo visto come abbiamo collaborato nel realizzare l'opera di Dio.
In queste settimane estive, nei campi si sperimenta la missione rispetto a una realtà estremamente refrattaria all'idea di Dio.
Quando non è più sentita la scelta cristiana come scelta di vita, ma solo come un aspetto puramente istituzionale, quindi non incidente rispetto alla vita. La Fede si trasforma in ritualità.
Il cristiano battezzato trova il suo senso nel mondo quando esprime il suo carisma missionario.
La progressiva scristianizzazione delle nostre terre e dei paesi europei, non deve essere l'alibi per il disimpegno e per la rinuncia all'evangelizzazione, alla missione.
Se nella Francia postmoderna lo scorso anno solo 82 sono state le consacrazioni sacerdotali, questo rapporto numerico così svantaggioso ci parla di una fede ormai esigua, ormai estinta nella popolazione francese e ci prefigura il rigetto rispetto al senso religioso e di Dio. Di fronte a tutto questo, ogni rinuncia ad evangelizzare significa assecondare la distanza e allontanamento dell'uomo da Dio.

Di fronte a tanta difficoltà ... Il discepolo come il maestro, non può che sentire compassione.
Guardare la realtà con compassione ... Stare accanto alle persone con compassione, non evitare la loro fatica ... "Sono pecore senza pastore ..."
Il di più che è il valore cristiano non lo si aggiunge se non attraverso l'esperienza della compassione. Ciò che permette il contagio della "buona notizia" non è la ragionevolezza, o il fascino istintivo, ma la compassione.
L'insegnamento di Cristo trova una fortissima sintonia e corrispondenza rispetto all'umano, alla identità della persona; questa sinergia è possibile per "compassione".
La mancanza di umanità, l'intolleranza, la chiusura e l'egoismo come valori dilaganti; la mancanza di senso civico, mettono a nudo una società le cui relazioni si fondano sulla autosufficienza e sul raggiungimento ad ogni costo dei propri fini.
È questa realtà che Gesù oggi guarda con compassione e che, prima di essere mandati in missione, anche noi dobbiamo imparare a guardare con il medesimo stile.

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