martedì 9 febbraio 2021

Di cose simili ne facciamo molte ...

Genesi 1,20-2,4 e Marco 7,1-13


L'eco della Galilea è giunto anche a Gerusalemme. Al cuore di Israele, e soprattutto nel centro della religiosità: la città santa dove si trova il tempio di Dio, il Santo dei santi, l'altare del sacrificio. Ma tutta questa sacralità è declinata nel rigorismo della legge e dei precetti. Tutto è codificato, nulla è lasciato alla spontaneità del fedele. Scribi, Farisei, dottori della legge, e Sacerdoti, sono i garanti di un sistema religioso-politico, che ha come fine la tutela dell'identità ad ogni costo, anche a costo di trasformate la fede di Abramo in una ritualità piena di segno è vuota di vita e di Dio.
Ecco che Gesù è subito percepito come una minaccia al sistema, come una voce dissonante, e d'altronde, egli non evita lo scontro è a parole, anche ora in Galilea, non risparmia un affondo che gli costerà una immediata ostilità: " Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. È facile anche per me cadere nella logica dei farisei: sforzarmi di essere corretto, rivestirmi di una immagine formalmente migliore di tanti altri. Ma Gesù in questo brano del Vangelo mi fa capire che la tradizione e le regole non servono a niente se sono fini a se stesse, perché prima di tutto c'è il mio cuore. È ciò che ho nel cuore che poi diventa pensiero, parola, azione: questi sono pieni e densi di significato solo se il mio cuore rimane vicino a Dio. Gesù mi invita a stare presso di Lui, a imparare da Lui e ad amare con il cuore. Quanto è difficile liberarmi dal peso degli occhi degli altri e lasciare che sia l'Amore di Dio a guidare le mie azioni ...


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