venerdì 12 febbraio 2021

Gesù e i pagani

Genesi 3,1-8 e Marco 7,31-37


Continua il cammino di Gesù fuori dai confini della Palestina, un andare di città e villaggi che coinvolge anche il territorio pagano: la regione di Tiro e di Sidone.
Che cosa racconta il Vangelo, o meglio il Vangelo vissuto e generato in Galilea che cosa diviene quando Gesù - giudeo osservante - entra in terra pagana e con la sua quotidianità genera il Vangelo anche nell'incontro con quegli uomini che non appartengono alla tradizione ebraica? Credo che qui si mostri l'intento, non solo dell'evangelista, ma il pensiero originario di Gesù: abbattere la barriera tra il popolo di Israele e i popoli pagani; infatti ormai è la fede e non l’appartenenza fisica alla discendenza di Abramo la via della salvezza. Questo pensiero di fratellanza universale è certamente origine della azione missionaria di Paolo e dei discepoli delle origini.
È in questo contesto che possiamo rileggere il miracolo della guarigione del sordo-muto, e raccoglie quella provocazione che pone la fede come esperienza della relazione con Dio. Gesù compie gesti che si accompagnano con la fede di una comunità pagana che si pone in ascolto, ma è proprio quell'ascolto che, capace di accogliere i gesti di Gesù, si apre alla possibilità di capire il mistero e di annunciarlo a sua volta. La Fede non è mai una conseguenza razionale, o una accettazione fondata su una verità accettata, la fede è veramente il dono che nasce dall'ascolto e dall'incontro tra Gesù e ogni uomo. Questo dono, accolto, custodito, alimentato e amato è la "vita di fede" che è la vita di chiunque accoglie la Parola e la vive. 

Nessun commento:

Posta un commento