sabato 13 febbraio 2021

Una seconda moltiplicazione del pane.

Genesi 3,9-24 e Marco 8,1-10


A Tabga sul lago di Galilea, nei pressi di Cafarnao, la tradizione ci consegna il luogo della prima moltiplicazione del pane e dei pesci, così come già attestato da Egeria (pellegrina egiziana del IV secolo). Ma sia Marco che Matteo ci riportano anche una seconda moltiplicazione del pane; come considerarla? Un duplicato redazionale, con sfondo catechistico per riaffermare la centralità eucaristica nella vita dei discepoli?
Non mi addentro in tutte le teorie redazionali e le posizioni esegetiche. Nella lettura che stiamo facendo del Vangelo seguiamo il filo narrativo, anche quando il passaggio da Tiro e Sidone, fino alla zona della decapodi e alla sponda nord-est del Lago, sono uno spazio molto ampio da colmare: sono giorni e giorni di cammino. A me piace ricordare come Gesù a Simone e gli altri che lo cercano, dica il desiderio di andare altrove, di villaggio in villaggio per annunciare il Vangelo. È in questa prospettiva che possiamo leggere, dopo una certa delusione circa la predicazione in Galilea, l'andare verso le zone circostanti pagane. Certamente il modo di porsi di Gesù non è cambiato, il Vangelo non è per un gruppo di eletti, perché il Vangelo è ciò che si genera nell'incontro con il Signore.  Ciò che spinge Gesù a compiere questo gesto (miracolo della moltiplicazione o come piace a me sottolineare, della condivisione, è sempre la compassione, il suo muoversi per incontrare la vita di uomini e donne feriti e umiliati dalla durezza degli eventi e dalla prepotenza dei fratelli. 
Il messaggio del Vangelo non cambia: Gesù si presenta anche ai pagani come colui che sazia, che porta a pienezza. Lui è il pane che nutre la vita e la stanchezza del quotidiano. 

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