lunedì 15 febbraio 2021

Nessun segno ...

Genesi 4,1-15.25 e Marco 8,11-13


Si può chiedere un segno dal cielo, da Dio? I farisei chiedono insegno dal cielo ... Ancora una conferma, ancora un miracolo che susciti meraviglia ... Ma questa insistenza sulla riprova dei fatti, non è semplicemente la conferma della loro indisponibilità ad aprirsi al Vangelo, a convertire il cuore? Chiedere un altro segno, e poi ancora un segno ... E poi ... E poi la vita, come non è cambiata fino ad ora, non cambierà neppure dopo. Non dimentichiamo che per scribi e farisei i segni che Gesù compie sono segni del demonio; egli agisce in nome di Belzebù.
La reazione è di Gesù sembra quasi istintiva, sembra addirata, sembra offesa dalla ostilità presuntuosa e arrogante dei farisei. "Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva". In realtà tutta la nostra vita è fatta di segni: il nostro comunicare è fatto di segni: la parola sono segni; il nostro amare si esprime in segni di conferma; le nostre relazioni sono segni (+/- significative); ecc ...
Ma il segno non è solo una evidenza, il segno implica una adesione, una partecipazione. Il segno non agisce in se stesso: se io non conosco una lingua, i suoi segni restano muti; se io non desidero essere amato i segni di conferma cadono nel nulla; se io non apro la porta all'altro, ogni segno relazionale resta disatteso.
Il segno che Gesù compie c'è ed è ben chiaro, è il segno del pane; il problema è l'indisponibilità ad esserci per quel segno. Se siamo indisponibili verso Gesù, non c'è segno che possa aprire il cuore. Gesù se ne va, dopo aver sentito nella profondità del suo cuore un abisso che non trova appiglio nella possibilità di quei farisei, dopo il segno del pane, c'è solo il segno di sé stesso, e quello proprio non lo vogliono prendere in considerazione.
Quale segno oggi Gesù mi offre attraverso se stesso?

Nessun commento:

Posta un commento