venerdì 25 giugno 2021

La concretezza della promessa

Genesi 17,1.9-10.15-22 e Matteo 8,1-4


La promessa fatta ad Abramo, si focalizza sulla terra, la fecondità e la discendenza. Per un nomade errante del deserto è un vero stravolgimento. Come è pensabile affidarsi a una promessa così diversa da tutto ciò che fino ad allora si è vissuto?
La terra percorsa non è mai entrata nel possesso, la fecondità si scontra con la realtà dura della vecchiaia e della sterilità; la discendenza numerosa trova un riscontro limitato nell'entità del piccolo clan famigliare. Siamo di fronte a un vero atto di fede! Una vera disponibilità allo stupore di fronte a una proposta che non solo impegna Dio, ma che impegna chi la accoglie a non indietreggiare, a non dubitare anche quando tutto sembra ben lontano da quanto promesso. Così Abramo e Sara sono chiamati a una nuova condizione, il cambiamento dei loro nomi i loro segna l’inizio di un tempo nuovo, quello del compimento delle promesse. Anche a ciascuno di noi è chiesto di entrare nella promessa di Dio; la terra è lo spazio della nostra esistenza nella quale il possesso significa pienezza della vocazione ricevuta e il suo portarla a compimento; è lo spazio esistenziale. Fecondità è la disponibilità a lasciare agire lo Spirito di Dio in noi, essere vivi della grazia che salva. La discendenza è l'appartenenza a un popolo numeroso, il popolo dei figli di Dio, che si genera nella rinnovata fraternità umana. 


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