giovedì 3 giugno 2021

Una "storia" - chiamata - narra la nostra esistenza!

Tobia 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9 e Marco 12,28-34

Il libro di Tobia è narrazione di un cammino, anzi del cammino della vita. In questo cammino ciascuno è chiamato a percorrere eventi, situazioni, incontri attraverso i quali giungere a dare pienezza al proprio esserci, al proprio progetto-vocazione: cosa siamo chiamati a essere; da chi siamo stati chiamati a esserci; per chi siamo chiamati ...
In questo percorso Tobia, come anche Tobì e Sara, non sono abbandonati a se stessi, ma in ogni situazione e circostanza il Libro afferma la compagnia e vicinanza di Dio e dei suoi messaggeri. È un Dio che chiama all'esistenza ma che in quella chiamata è pienamente coinvolto, e ciò si riconosce nel confronto con la mia libertà e nella sua fedeltà; egli non può venire meno alla promessa di amore che è la mia stessa vocazione.
La stessa esperienza di Tobia altro non è che il cammino alla ricerca di quell'amore che può dare senso e pienezza alla sua esistenza. Ma non è un amore di pura sensualità, esso è un amore che prende consistenza attraverso la scoperta tra Tobia e Sarà della medesima vocazione. Ciò che i due giovani sperimentano, allora, è l'obbedienza alla medesima vocazione di vita, ad un "disegno" a cui si appartiene in due. Leggendo la storia narrata noi recepiamo, come per l'autore sacro, Sara fa parte della stessa vocazione di Tobia, essa entra in uno stesso disegno fin dall'eternità. Solo in una disponibilità ad obbedire al dono che derivata tale vocazione, che è anche iniziativa di Dio, Tobia può amare Sara, così da non distogliere più il suo cuore da Lei. La stessa prima notte di matrimonio, racconta questo primato del cuore che solo può accogliere la grazia dei sentimenti e della passione umana.


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