venerdì 18 giugno 2021

Sono a servizio di Cristo?!

2 Corinzi 11,18.21-30 e Matteo 6,19-23


La straordinaria consapevolezza a cui giunge Paolo, apre per tutti noi, alla vera identità missionaria: "è  nella nostra debolezza che si manifesta l'agire di Cristo a favore delle comunità di chi crede e del servizio alla parola".
Questo servizio, ovvero ministero, è per Paolo conseguenza di due amori. L'amore a Cristo, per il quale Paolo riconosce tutto ciò che per amore del Signore ha vissuto: "molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. (...) Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità." E l'amore alla comunità di Corinto, per essa Paolo prova una forma di gelosia che si manifesta come amore di cui vantarsi - ma quanto è bello! - "... dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io" (...)"Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza". Questo amore che sembra così fragile, e debole, è in realtà la forza di cui il ministero di Paolo si nutre e dal quale trae vita. Il nostro servire la Chiesa, lì dove la Chiesa del Signore intercetta la nostra quotidianità è generato dal "servire per amore?"

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