giovedì 30 settembre 2021

Il libro della legge

Neemia 8,1-4.5-6.7-12 e Lc 10,1-12 (San Girolamo)


Per noi il libro della legge, potrebbe risuonare come un tomo del Codice Civile o Penale, in realtà per il popolo di Israele il Libro della Legge è la memoria viva e attuale dell'incontro con Yhwh; è la narrazione di un patto che a partire da Abramo appartiene alla vita stessa della comunità. Il rapporto tra la narrazione del libro è il popolo è infatti descritto con estrema drammaticità umana e con sentimento.
Per noi il libro della legge deve risuonare come un vibrante dialogo con il Signore. Quel libro antico, da narrazione del patto diviene narrazione della salvezza, di quella buona notizia che Gesù ha condiviso e raccontato come Vangelo.
San Girolamo, non dobbiamo mai dimenticarlo, dice che "l'ignoranza delle scritture è ignoranza di Cristo". Il nostro rapporto con il libro allora non potrà mai essere una formalità o una ricerca di norme morali. Il libro è narrazione della vita di Gesù, per mettere nella nostra vita la stessa sua vita. Il libro della legge, per noi, diviene il libro della narrazione della vicinanza di Dio; della sua tenerezza e della nostra gioia ritrovata come anche della felicità come pienezza. Quel libro della legge non sarà mai solo una indicazione di cammino, ma è il risuonare in noi di una concretezza: Dio ci ha scelto e prediletti nell'amore ad essere suoi figli, questo cambia tutto, trasfigura la realtà.


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