giovedì 23 luglio 2015

Esodo 19,1-20 e Matteo 13,10-17
Vedere Dio ... ascoltare Dio ... toccare Dio


"Questo sarà il segno che io ti ho mandato: mi servirete su questo monte"; sono queste le parole rivolte a Mose da Yhwh dal roveto ardente. Servire Dio, in quel luogo, significa vivere dentro una promessa che si realizza, ma significa pure fare esperienza diretta della rivelazione di Dio. Il monte Sinai, i tuoni, i fulmini ... sono paragonabili alla bellezza e potenza del cosmo che ci rimanda all'eternità del tempo e alla incommensurabilità dello spazio divino. Tutto ciò si accosta alla realtà: a un duro cammino nel deserto; alla speranza di una terra, di uno spazio dove abitare ed essere un popolo; alla fede in un uomo che parla con Dio. Anche questo è guardare e non vedere, udire e non comprendere; tutto si gioca nella conversione del cuore attraverso l'esperienza vissuta: "Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono".

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