venerdì 10 luglio 2015

Genesi 46,1-7.28-30 e Matteo 10,16-23
Bisogna scende in Egitto


Diventare una grande nazione, questo è ora l'obiettivo per il popolo di Israele. Questa espressione traduce una aspirazione, ma anche il compimento della promessa fatta ai Padri.
Una espressione oggi usata anche politicamente in forma strumentale per avvalorare una identità  di popolo. In verità scendere in Egitto è come il salire da Ur dei Caldei a Carran, è come entrare da pellegrini nella terra della promessa ... Esiste un migrare, un camminare che identifica il tempo in cui si plasma e forma il popolo/nazione di Israele. Scendere in Egitto significa vivere la storia presente con la certezza che Dio accompagna il popolo che si è scelto, non per escluderlo dagli altri popoli, ma per costituirlo popolo consacrato, come segno per tutti i popoli della terra. "Essere una grande nazione" non significa dominare, ne rendere "piccole" le altre, significa fare quell'esperienza profonda di misericordia che solo chi vive una relazione intima con Dio può fare; tutto questo a vantaggio di tutti i popoli. Israele sarà una grande nazione solo se saprà esprimere la misericordia di Dio di fronte a tutti i popoli. Nella esperienza di Giacobbe, la misericordia di Yhwh (Dio) si rivela nell'abbracciare il figlio Giuseppe, ed è garanzia che nell'amore Dio prende dimora nella nostra vita.

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