venerdì 31 luglio 2015

L'evitico 23,1-37 e Matteo 13,54-58
E ci scandalizziamo per causa sua ...


A Natharet si scandalizzarono, cioè inciamparono su Gesù ... Il confronto con Gesù diventa per loro un baratro da dove non si esce, da dove è impossibile riemergere. Ciò che loro, ma anche noi pensiamo del Signore diventa l'impedimento a credere e a riconoscere i "miracoli" del suo amore per noi.
Siamo noi con la nostra vita e con le nostre scelte a decretare cosa e chi sia Gesù per noi. Le nostre meschinità, la nostra tiepidezza rispetto al Vangelo non sono semplicemente una trasgressione, quanto un modo subdolo e tendenzioso di appropriarci del Signore adattandolo alla nostra autoreferenzialità ... Questi è lo stesso inciampo di quelli di Nazaret ...
Non cadere nello "scandalo" significa accettare quella umiliazione di imparare a conosce il Signore, "sine glossa" ... Occorre fermarsi e spogliare se stessi dalla presunzione che spesso è la superficialità di chi già conosce tutto di sé stesso e di Gesù.

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