2 Corinti 1,1-7 e Matteo 5,1-12
Un mondo ideale?
La lettera di San Paolo (2 Corinti) ci propone una comprensione particolare della realtà: "Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione". La realtà per quanto possa essere difficile non è mai definitiva e immutabile. Il discepolo di Gesù, da ogni fatica, è capace di recuperare un segno di salvezza. Paolo mette in relazione il patire di Cristo con le nostre tribolazioni, come a garantirci che anche il carico del peccato e della nostra attuale fragilità, tutto appartiene al Signore. Ma anche questo non è semplicemente un scaricare sensi di colpa e responsabilità, ma, l'intima comunione con Gesù permette anche di riconoscere lui stesso come il vero nostro consolatore. La realtà gli appartiene come a colui che è risorto. La pagina delle Beatitudini del Vangelo di Matteo, non sono garantite da un "buon uomo", ma dal Cristo Risorto! In questa chiave di lettura cambia la loro comprensione. Esse sono anticipo della realtà del cielo, non di una bella idea.
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