domenica 11 giugno 2017

Esodo 34,4-6.8-9 / Salmo/Daniele 3,52-56 / 2 Corinzi 13,11-13 / Giovanni 3,16-18
Credere nell'unigenito figlio di Dio!

In quel dialogo notturno, Nicodemo cercava da Gesù delle risposte alle sue domande più intime, al senso della sua vita; una chiave di lettura rispetto a ciò che Gesù stava facendo e dicendo, cose per lui sconvolgenti; cercava di capire più profondamente quel Dio dei padri che era all'origine della sua fede.
Nicodemo è un uomo alla ricerca di se stesso, per questo è anche un uomo alla ricerca di Dio; questa relazione funziona anche viceversa.
In questo nostro tempo, la difficoltà di questa nostra cultura post cristiana, ovvero post credente, è data dall'impossibilita di convertire il cuore di chi è un ex credente cristiano.
Anche tantissimi battezzati, oggi giorno, hanno elaborato il concetto culturale della morte di Dio ... Come diceva Guccini già oltre 40 anni fa in una canzone di per sé profetica:
Cosa significa che Dio è morto? Significa averlo relegato alla preghiera a e all'osservanza morale dei precetti, significa che Dio non tocca minimamente i miei sentimenti e le mie scelte del quotidiano.
Dio è morto quando ... Ho visto la gente della mia età andare via,
lungo le strade che non portano mai a niente, cercare il sogno che conduce alla pazzia, nella ricerca di qualcosa che non trovano, nel mondo che hanno già, dentro le notti che dal vino son bagnate, dentro le stanze da pastiglie trasformate, dentro le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città, essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà.
È un Dio che è morto, ai bordi delle strade, Dio è morto, nelle auto prese a rate, Dio è morto, nei miti dell'estate, Dio è morto.
La morte di Dio corrisponde alla indifferenza dei battezzati ... Indifferenti alla bellezza; indifferenti alla bontà; indifferenti alla verità.
Non c'è spazio nel cuore dell'uomo medio di oggi per il mistero ...
Tutto è ripiegamento sul concreto per Paura dello spirituale ... Ciò che è di Dio ci spaventa, ci inquieta, ci sembra origine di male, di fanatismo, di estremismo ...

M'han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede, nei miti eterni della patria e dell'eroe, perché è venuto ormai il, momento di negare tutto ciò che è falsità, le fedi fatti di abitudini e paura, una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre, con la ragione e mai col torto. È un Dio che è morto nei campi di sterminio, Dio è morto, coi miti della razza, Dio è morto, con gli odi di partito, Dio è morto.
Non c'è speranza per un uomo che ha smarrito la propria identità, non riconoscendo al divino l'origine di sé e dello Spirito che lo sostiene  nell'esistenza. Per questo occorre fare nostra anche l'attesa di questa canzone:
Io penso che questa mia generazione è preparata, ad un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano a vuna rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo, Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo, Dio è risorto, nel mondo che faremo, Dio è risorto - Dio è risorto.
Credere è presupposto per la fede;
volere è presupposto per la speranza;
fare è presupposto per l'amare/carità.
E così ci si apre alla Trinità di Dio!

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