mercoledì 7 giugno 2017

Tobia 3,1-11a.16-17a e Marco 12,18-27
... Come angeli nei cieli ...


Nessuno conosce quale sia la condizione degli angeli nei cieli, anche perché nessuno conosce come sia il "cielo". Certamente questa espressione carica di novità ogni possibile tentativo di comprensione. Forse conviene chiedersi in quale modo Dio porta a compimento la creazione? Non certamente in una logica di continuità, ma la realtà prefigura e anticipa, nella speranza, una pienezza che appartiene all'eternità.
Nella domanda fatta a Gesù si mette in luce il dramma della nostra vita, la nostra limitatezza di fronte alla morte e per di più la fragilità dell'amore umano, che tanto dona alla vita, come pienezza, ma che non riesce a "consolare" il nostro bisogno di eternità.
La Scrittura non è un prontuario di risposte al caso, ma ci introduce nel mistero di Dio, quello stesso Dio di Abramo, di Isacco e Giacobbe; un Dio dei viventi che si condivide a partire dall'esistenza. Noi spesso siamo ciechi rispetto alla visione della realtà, di ciò che esiste.

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