domenica 25 giugno 2017

Geremia 20,10-13 / Salmo 68 / Romani 5,12-15 / Matteo 10,26-33
Chi mi riconoscerà anche io lo riconoscerò ...

Dopo essere stati a scuola per conseguire il titolo di discepoli, siamo arrivati al momento del tirocinio, l'incontro con la realtà, con i fatti concreti.
Oggi il Vangelo è preso dal capitolo dieci di Matteo; è il capitolo in cui i discepoli del Signore si confrontano con la missione, con il mondo. Vengono mandati ad annunciare il Vangelo. Facciamo anche noi questa esperienza ...
Quale è lo sguardo che ho sulla realtà, sulle vicende della vita e della storia?
Quale relazione stabilisco con gli avvenimenti, con i fatti dei quali sono parte?
Di fronte alle difficoltà economiche, alla povertà, cosa significa realmente essere mandati da Cristo?
Di fronte alle strettoie delle leggi, delle norme, dei protocolli, cosa significa essere mandati da Cristo?
Di fronte alla paura dell'altro, alla diffidenza verso lo straniero, che cosa significa essere mandati da Cristo?
Di fronte agli scandali di cui gli uomini di Chiesa sono causa, cosa significa essere mandati da Cristo?
Di fronte al potere, al perbenismo, agli interessi personali o di parte, che cosa significa essere mandati da Cristo?
Di fronte alla comunità cristiana spesso ingessata nelle sue tradizioni e "buone abitudini", cosa significa essere mandati da Cristo?
Non sempre è facile vedere la verità delle cose, perché se fosse tutto bianco o nero, allora sarebbe facile, ma nella vita e nella realtà siamo chiamati a confrontarci con una serie di "grigi" che sono ciò che emerge come confronto col quotidiano.
Senza avere paura delle pretese altri, dei giudizi di parte e convenienza, delle strumentalizzazioni che da più parti vengono agite, Gesù, al discepolo in missione ribadisce che ciascuno di noi non è mandato per dare soluzione a problemi sociali ma a vincere il male del mondo e a sanare le malattie e le infermità del cuore dell'uomo.
Il Vangelo non è per una precettistica morale, ma per edificare un uomo a immagine di Cristo stesso.
Proprio per questo al discepolo Gesù dice:
- nessun maccheggio segreto deve turbarti nel perseguire la verità; tutto viene alla luce.
- la vita spirituale è più importante di quella fisica e biologica; è lo spazio in cui risuona il Vangelo.
- nulla cade a terra senza il padre (ne passeri ne capelli); Dio non mi esclude, non mi abbandona mai, neppure se cado.
- non temere ... mai; che corrisponde al coraggio di stare in campo, anche se la partita sembra persa.
Per cui se avrò delle buone lenti progressive ovvero buoni strumenti per vedere, avrò più possibilità di vedere secondo Gesù e quindi di cercare di essere come lui mi vuole e dove lui mi conduce.

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