domenica 4 giugno 2017

Atti 2,1-11 / Salmo103 / 1 Cor 12,3-7.12-13 / Giovanni 20,19-23
Lo spirito che mette in moto la Chiesa


Il capitolo 20 di Giovanni, originariamente era la conclusione del Vangelo stesso. Ma non solo, la stessa unità di questo capitolo, circa lo Spirito e la vicenda di Tommaso, danno l'idea di una necessità di dovere dare compimento alla narrazione del Vangelo. Non sto ora ad argomentare la questione e le motivazioni esegetiche della doppia chiusura del Vangelo, ma certamente pensare il dono dello Spirito come conclusione dell'attività terrena del Signore, permette di acquisire una chiave di lettura e di comprensione di ciò che dello Spirito, del Paraclito, Gesù ha più volte detto durante il suo ultimo periodo a Gerusalemme.
In Giovanni molteplici sono le affermazioni circa la venuta dello Spirito Santo.
Capitolo 7: "Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato"
Capitolo 14: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce." (...) "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto".
Capitolo 15: "Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza ..."
Capitolo 16: "Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà".
Per Giovanni tutto prende vita; la Chiesa inizia ad essere missione per il mondo, quando il Risorto completa la sua gloria (rivelazione e manifestazione dell'amore del Padre) nel dono dello Spirito Santo. Un dono che in realtà non è una cosa ma una condizione, una azione. Dice Giovanni che lo Spirito pone la Chiesa in missione nell'atto di perdonare i peccati.
Riflettiamo su questo: se il peccato infatti rappresenta la conseguenza della fragilità umana, la salvezza che la Chiesa attua nel tempo è necessariamente legata a risanare dal peccato la nostra umanità per accompagnarla alla sua piena maturità ad immagine dell'umanità di Cristo.
Lo Spirito è lo "strumento" attraverso il quale Dio entra in una relazione plasmante con noi uomini e ci conduce al Padre.
Lo spirito mette in moto la Chiesa per la sua missione, ma attenzione all'assurdo che può accadere ...
Anche in una comunità cristiana può accade che "ci mettiamo di traverso" rispetto all'azione dello Spirito. Metti caso infatti ... che una persona toccata, mossa dallo Spirito nel suo intimo cerchi di vivere con fedeltà la preghiera personale; cerchi di agire con carità rispetto al bisogno dei fratelli e del prossimo; cerchi di istruire e fare riflettere chi ha accanto circa la verità della fede ... Cosa succede?
Succede che i parenti e gli amici iniziano a dire che è un invasato, che sta passando il segno, che non ragiona più, che ha solo quello in testa ... Che non è normale ...
Ma non è normale oppure siamo noi che siamo refrattari al soffio di Dio?
Non vorrei che con lo Spirito la Chiesa si mette in moto ... Ma noi facciamo le sortite dei guastatori e sabotiamo l'azione di Dio.


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