sabato 4 novembre 2017

Romani 11,1-2.11-12.25-29 e Luca 14,1.7-11
"... infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!"


Oggi, la conclusione della lettera ai Romani, permette a ciascuno di fare una straordinaria scoperta: così come per Israele - anche per cuscino di noi - la chiamata e i doni di grazia sono irrevocabili! Cioè, nella nostra vita sempre sarà custodito il mistero di elezione che ci accompagna. Dio stesso, in ogni modo, realizzerà la nostra chiamata, perché questa corrisponde al senso del nostro esistere ai suoi occhi.
Ecco, questo è mistero! È mistero invisibile agli occhi ma visibile al cuore; è visibile con lo sguardo della fede. L'esercizio quotidiano di guardare la realtà con gli occhi della fede, ci permette di giorno in giorno, di acquisire quella prudenza ed umiltà che ci fa stare nel mondo con perseveranza e saggezza. Lo stesso Vangelo, non è la ripresa delle regole di "bon ton" cioè di buone maniere e Galateo, ma è la costante sollecitazione per utilizzare la fede come sguardo sulla realtà: sul senso del Sabbá; sul senso della vita umana; sulla nostra chiamata o vocazione. Lo sguardo di fede non giustifica gli arrivismi, ma infonde la serena umiltà di chi si vuole appagare con i dono di Dio. 

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