mercoledì 12 giugno 2019

2 Corinzi 3,4-11 e Matteo 5,17-19
Nuovi ministri per un ministero di gloria!

Riprendendo il cammino del Tempo Ordinario, ci accostiamo a una Parola che da subito si rivela come possibilità e novità. Siamo di fronte a una proposta!
Dio sembra voler scompigliare costantemente le carte di questa partita; lo Spirito non si limita a consolare e dare sicurezza, ma agisce con forza strategica nel suscitare fermenti nuovo che innalzandosi dal passato, si inseriscono nella realtà dando luci e orizzonti nuovi. Ecco perché un discepolo di Gesù, interrompe il suo discepolato se si limita alla ripetitività del "si è sempre fatto così". Un discepolo porta in sé il nuovo; il senso della novità; della vita nuova che esprime la "condizione risorta", come modalità e normalità. Non è un'indole rivoluzionaria e anticonformista, ma è una tensione alla "Gloria"! La vita nuova che si irradia dal sepolcro è la vita del risorto! Manifestazione della gloria ... , presenza ..., regno di Dio. La novità traduce e rivela la vita risorta ...
Del "nuovo" non dobbiamo temere le conseguenze, perché il nuovo che il discepolo - che ciascuno rappresenta - non è negazione o "abolizione della legge e dei profeti", ma il loro compimento attraverso la Parola del Signore. Il nuovo non è una provocazione ma la rivelazione dello spirito è un invito al discernimento nello Spirito del Risorto.
La paura dei "discepoli conservatori", non si può esprimere solo con l'espressione anacronismo, ma è un sottrarsi alla fiducia in Cristo.
Questa espressine di Corinzi ben interpreta le nostre resistenze alla novità dello Spirito e ciò che ne consegue: "Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita".

Nessun commento:

Posta un commento