lunedì 3 giugno 2019

Atti 19,1-8 e Giovanni 16,29-33
Si, abbiamo ricevuto lo Spirito Santo!

Leggendo il brano di Atti, è immediato, capire che, il battesimo in Gesù determina condizioni nuove e genera una relazione divina prima neppure immaginata: la vita nello Spirito Santo. Paolo chiede infatti, se avessero ricevuto lo Spirito ... Realtà che questi "crenti" non conoscono assolutamente.
Mi piace anticipare già da oggi la conseguenza esistenziale del dono (da parte di Gesù) dello Spirito Santo ai credenti, per renderli discepoli: vivere nel mondo e nelle sue tribolazioni grazie alla "potenza" cioè alla forza che ha origine nello Spirito.
Nel Vangelo, Gesù, nei discorsi dell'ultima cena - così come Giovanni li raccoglie -, anticipa ai discepoli la sua esperienza di solitudine e di esodo dal mondo: "Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me". È il tempo (la ora) per Gesù del discernimento nello Spirito. Ma questa realtà non appartiene solo al Signore nella sua passione, essa è di ogni uomo, di ogni credente, anche a noi Gesù non risparmia parole che ci introducono nel medesimo mistero: "Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo". La tribolazione e il travaglio appartengono all'esistere nel mondo, potremo dire sono realtà dell'esistenza. Questo tribolare è simile al travaglio di un largo dal quale nasce la speranza, la vita nuova. La relazione tra lo Spirito e le tribolazioni, il nostro travagliare, rivela la nostra relazione con lo Spirito Stesso. Di fronte alle prove della vita noi reagiamo spesso di "pancia"  - come credenti che non coscio - istintivamente e con il sentimento. La realtà (le tribolazioni) il discepolo la affronts con il cuore, cioè alla luce dello Spirito. Quando la pancia prende il sopravvento, tutto si esprime in attimi fuggenti; il capire nello Spirito è la serena fermezza del perseverare.

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