martedì 17 maggio 2022

Vi do la mia pace

Atti 14,19-28 e Giovanni 14,27-31

Una pace dell'altro mondo, che resiste anche in mezzo al caos distruttivo di questo nostro mondo. La pace di cui parla Gesù, quella che Gesù dona ai discepoli è quella che esprime il suo amore per il Padre. È Pace nel senso Che è soluzione alla nostra inadeguatezza, ai nostri limiti; alla paura della morte e del nulla che ci sovrasta. È Pace perché Gesù insegna l'abbandono confidente al Padre buono e misericordioso, che tutto porta a pienezza di ciò che con amore ha chiamato ad esistere. La pace è superamento dei conflitti, se per conflitto intendiamo l'esperienza del male e del peccato come contrapposizione e divisione. Per Gesú donarci la pace è indispensabile e assolutamente necessario; nella pace il Signore esprime il dono gratuito, libero e totale, di sé stesso, con il suo corpo, il suo sangue, la sua anima, la sua divinità, così che la nostra umanità viene innalzata all’eternità d’amore, che è Dio. È questa pace, come comunione con Gesù che permette al discepolo di stare tra le vicende di male e di conflitto non con il desiderio di vittoria, ma con la lucida visione che solo l'amore di Dio è capace di sanare ogni ferita, a partire da come noi siamo costruttori di pace.

"Per quanto difficile da accettare, la pace del Signore segue la via della mitezza e della croce: è farsi carico degli altri. Cristo, infatti, ha preso su di sé il nostro male, il nostro peccato e la nostra morte. Ha preso su di sè tutto questo. Così ci ha liberati. Lui ha pagato per noi. La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sé. Questa pace mite e coraggiosa, però, è difficile da accogliere". (Papa Francesco)


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