domenica 22 maggio 2022

La dimora dell'amore

At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29

Oggi facciamo una omelia sulla affettività ... per la nostra affettività!
Gesù ci dice che se lo amiamo ... Ci confronteremo con una serie di conseguenze inevitabili.
Ma come amarlo? Cosa significa per ciascuno di noi amarlo?
Nelle parole di Gesù troviamo la risposta al nostro modo di corrispondere al suo amore e all'esperienza di amare in generale. Prendiamo coscienza che Gesù vive una esperienza di amore umanamente maturo e consistente.
Maturo che non ha a che fare con l'età anagrafica o biologica, ma al senso dell’esperienza, consapevole del suo valore, ma soprattutto è un amare compiuto.
Consistente significa solido che non presenta debolezze e cedimenti, che l'amare ideale si identifica con l'amare possibile.
Amare non è mai solo una emozione, non è mai solo una corresponsione di piacevoli sensi; amare coinvolge tutto il nostro vivere e il nostro agire. L'esperienza dell'amore è il fulcro da cui tutto prende origine della nostra esistenza.
Fintanto che questo non diviene chiaro e consapevole - per ciascuno - restiamo degli umanamente e affettivamente immaturi.
Noi stessi nasciamo da un amore viscerale, cioè l'amore di un uomo e di una donna che ci hanno generato. Nel nostro accompagnarci nella vita, l’amore è la dolce consolazione di chi ami e per chi ti ama. Una consolazione di amore necessaria per sostenerti anche lì quando nasce la paura d'essere soli e incapaci di generare amore: cioè l'esperienza del morire.
Amare nel Vangelo non è mai semplice emozione, non è la passione, e neppure lo slancio dell'estasi erotica. Amare nel vangelo, e in particolare per Gesù, si accompagna sempre con una esperienza concreta. Quando pensiamo a come Gesù ama, dobbiamo ammettere che il suo è un amore totalmente umanizzato. Un amore capace di dare, il donare gratuitamente; di essere contemplato, di osservare per fare proprio l'amato. Questo è vero, al punto che le ultime parole del Signore nell'ultima cena sono sull'esperienza di amare: "non c’è amore più grande che dare la propria vita per gli amici", per chi amiamo.
Amare significa per Gesù dare tempo e cuore alle parole di Dio e fargli spazio. Ecco che se anche noi diamo spazio alle parole di Gesù, alla sua parola, le sue Parole diverranno le nostre; le conserveremo con cura, come un tesoro prezioso, così che non ne vada perduta una sola; come un innamorato custodisce gelosamente le parole dell’amata.
Ma noi più che custodire ci limitiamo ad osservare la parola, al punto di averne travisato la forza e la ricchezza, rendendola solo un comandamento. Ma la Parola è molto di più di un comando o una legge: guarisce, illumina, dona ali, conforta, salva, crea. La Parola di Gesù ha la forza, e la pretesa, di dare la vita, di essere la vita dopo la morte, come lo è stato per l'amico Lazzaro.
La Parola di Gesù ha la sua piena manifestazione nel: tu amerai, custodirai, e seguirai l’amore. Ecco, seguire l'amore ... Se uno mi ama. Se ami, anche tu, tutto si trasforma e si plasma in ragione dell'amore.
Oggi di fronte a queste parole di Gesù scopriamo che le sue parole scaldano il cuore e sgorgano in noi come una sorgente; il suo amarci, e io cosa posso fare se non rispondere con il mio amore per lui, e di conseguenza anche per i fratelli, per gli amici, per ogni uomo amato da lui.
Amare non è un vincolo o un legame, ma una esperienza di libertà, Gesù amando libera la nostra umanità dai vincoli della sua inadeguatezza, liberandola dell'egoismo e dalla morte. Soli nella libertà l'amore troverà in noi tutto lo spazio necessario per essere condizione di esistenza, perché si vive solo se si ama, diversamente si è immersi nella solitudine mortale. Ecco allora che nell'amore Gesù ha preso dimora in noi.

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