giovedì 26 maggio 2022

Un "poco" molto presente

Atti 18,1-8 e Giovanni 16,16-20

Le parole del vangelo di oggi, giocano tra presenza e assenza di Gesù, tra vederlo e non vederlo più, tra tristezza e gioia. Possiamo rileggerle attraverso l'esperienza di chi si è separato da un amico, di chi ha visto partire da sè chi ama. Se Gesù fosse solo un uomo, alla sua partenza ci sarebbe stato solo lo spazio per la disperazione e la tristezza; ma, poiché Lui è Dio, e Dio rimane sempre per mezzo di Lui e resta anche dopo di Lui. Chi ha fede, percepisce la stretta connessione tra andare e restare, tra vederlo e non vederlo più; chi ha fede si sente che quel "poco ancora" caratterizza la nostra vita nel tempo. Ma tutto questo non ci impedisce di sperare e sperimentare la verità delle parole del maestro. Questa verità (in forza del suo andare al Padre) trasforma la fede in certezza, la speranza in gioia piena e la capacità di bene in carità fattiva. Potremo forse dire che il non esserci di Gesú, il suo andare, non è che un modo diverso di presenza, un cambiare il “modo” di farsi vedere, grazie allo Spirito da Lui donato. Ma allora, se è lo Spirito Santo il nuovo modo di essere presente da parte di Gesù, significa che la nostra gioia è proprio in relazione allo Spirito (cioè ad una presenza “diversa” di Dio nella nostra vita). Lasciamoci coinvolgere nel quotidiano soffio dello Spirito, fermiamoci un attimo ad ascoltarne la voce ... è la voce di Cristo.
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