domenica 15 maggio 2022

Logica del mondo - VS - logica di Gesù

At 14,21-27; Sal 144; Ap 21,1-5; Gv 13,31-35


Assistiamo oggi, in modo esemplare, alla contrapposizione tra due logiche: la logica del mondo che poggia sull’ambizione e sulla competizione, sulle armi della paura, del ricatto e della manipolazione delle coscienze; è una logica di guerra e di sopraffazione; è la logica dei compromessi e degli interessi, è quella che vediamo in atto ogni giorno nella guerra in ucraina.

A questa logica si contrappone la logica evangelica, quella di Gesù, che si esprime nell’umiltà e nella gratuità, si afferma silenziosamente ma efficacemente con la sola forza della verità.

I potenti di questo mondo si reggono sulla prepotenza, sulla rivalità, sull'oppressione; il potere di Gesù invece si esprime nella giustizia, nell’amore e con la pace.

Come si concretizza la logica del vangelo? Che cosa vuol dire amare? Come si fa? E come è possibile amare "come io ho amato voi?"

Gesù non dice semplicemente “amate”. Non basta amare, potrebbe essere solo una forma di dipendenza dall’altro, o paura dell’abbandono, un amore che utilizza il partner, oppure fatto solo di sacrifici. Esistono anche amori violenti e disperati. Amori tristi e perfino tossici e distruttivi.

“Come io ho amato voi”: guardate a quello che ho fatto, nell'ultima cena quando ho inventato di lavarvi i piedi e lo spezzare il pane.

Gesù ci mostra come si deve amare la persona il fratello, l'amico e il nemico, come si può vivere in pienezza l'amore di cui ciascuno per la sua parte è sorgente e occasione di dono.

Di fronte alla logica del mondo, è chiaro per noi credenti, quale forza possiamo e dobbiamo mettere in gioco? Di fronte a un cannone, noi cosa ci mettiamo?

Non è il tempo dei "figli dei fiori", ma certamente è tempo in cui i figli di Dio vivano e usino l'arma dell'amore sperimentato e ricevuto dal Padre.

Ecco che parlare di potenza e di forza, significa per noi, fare riferimento alla potenza della Croce e alla forza dell’amore di Gesù: un amore che rimane saldo e integro, anche di fronte al rifiuto dell’amore.

Gesù ci dice che l’amare è estremo limite di tutto; Gesù non scende dalla Croce, non salva sé stesso, ma rimane in croce per salvare gli altri, per poter salvare ognuno di noi dai nostri peccati, dal nostro male, per liberare l'uomo dal giogo del male del mondo; egli ci libera dalle nostre debolezze e miserie, incoraggiandoci a percorrere le strade del bene, della riconciliazione e del perdono.

Cristo non ci insegna a dominare, ma ad amare servendo Dio e i fratelli; un servizio che scaturisce proprio dall’amore ed esprime l'amore. 

Ora entriamo in questo vangelo: nel momento in cui uno dei suoi lo tradisce, Gesù ci lascia il suo testamento d’amore. Ci chiama figli, ci prega di essere testimoni di misericordia e perdono anche quando pensiamo che questo sia inutile.

Gesù ci dice: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.”

Gesù ci sfida in una gara di amore, gli uni verso gli altri ...: vedere ognuno come figlio di Dio, degno e destinatario del più grande e del migliore amore che abbiamo da offrire. È una sfida che non conosce vincitori o perdenti, ma solo vincenti.

Gesù ha amato, convinto e sperando che quell’amore estremo sarebbe stato capace di trasformare il cuore di ogni uomo e donna.

È tempo ormai, per i Cristiani, per tutti i cristiani, di smettere di odiare e di cominciare ad amare.

È la più grande sfida che ognuno di noi dovrà intraprendere.

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