mercoledì 26 agosto 2015

1 Tessalonicesi 2,9-13 e Matteo 23,27-32
Comportarsi in maniera degna del Vangelo.


Ormai non si torna più in dietro ... il Vangelo per i credenti non è più parola i Dio, ma una proposta di precetti e comportamenti!
Se solo lontanamente avessimo chiaro che cosa vuole dire "parla di Dio" ci sentiremo tremare le midolla!
Guai a noi che ascoltiamo il Vangelo e lo trasformiamo in un imparaticcio per bambini, negando a noi stessi che la Parola di Dio è tale e si riveste, cioè si svela, e si rivela la sua verità proprio attraverso il suo genere letterario, la sua imperfezione redazionale, il suo limite culturale e il condizionamento del tempo.
Quel "guai a voi" del Vangelo di oggi, risuona ancora più forte di ieri, per chi, si ostina a volere mettere la propria autoreferenzialità come condizione per recepire il Vangelo... In questo modo si diventa imbianchini del proprio sepolcro; muratori del proprio "ego" e omicidi della "profezia".La profezia della Parola si pone infatti di fronte alla realtà come condizione per trasformarla.

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