lunedì 31 agosto 2015

1 Tessalonicesi 4,13-18 e Luca 4,16-30
Noi abbiamo la speranza ...

Gesù ha dato inizio a un modo nuovo di scandire il tempo e di dare concretezza e realizzazione alla realtà: letizia (gioia) del messaggio ...; la liberazione (non schiavi ma amici) ...; un anno di grazia ...; le parole del profeta Isaia non solo trovano compimento, ma descrivono l'agire di Dio Padre attraverso l'opera re di Gesù. La realtà dell'uomo, è trasversalmente visitata dal mistero di Dio al punto di esserne completamente impregnata. È ora la realtà stessa che rivendica pace e giustizia, amore e misericordia perché l'agire di Gesù ne ha fatto pregustare la primizia.
È l'esperienza di Gesù uomo che ci permette di vedere come la speranza cessa di essere un desiderio ma ci viene offerta come consolazione reale.
Per questo Paolo, ai Tessalonicesi, dice "Confortatevi dunque a vicenda con queste parole" cioè quelle che descrivono una vicinanza a partire dall'incarnazione di Gesù; una vicinanza che è costantemente in divenire e costantemente un compiersi. Le Parole di Paolo le comprendiamo come la visione di chi percepisce già in atto il compimento eterno ... La nostra stesa vita, e la nostra stessa storia è per questo mistero e profezia.

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