lunedì 4 settembre 2017

1 Tessalonicesi 4,13-18 e Luca 4,16-30
Amarezza e realtà di compimento.


Tornato a Nazareth, Gesù fa l'esperienza amara di non sentirsi più a casa sua. Ma è proprio questo consapevolezza che spinge Gesù a vivere con più intensità e consapevolezza il passare da città a città, da villaggio a villaggio, per annunciare il Vangelo, scacciare di demoni e guarire i malati. Gesù legge la realtà, ciò che accade, e ne riconosce il senso più profondo il relazione a se stesso; la realtà ci parla.
Gli abitanti di Nazareth si aspettavano la "potenza dei segni", quasi per soddisfare a loro curiosità rispetto al "fenomeno attrattivo" che era diventato Gesù, ma la loro idea del "figlio del falegname" prevale e demolisce ogni aspettativa.
Ciò che a Nazareth non riescono a comprendere è il compiersi delle Profezie; la realtà che loro vivono è spazio di compimento. Le profezie continuamente portano a compimento il tempo e la realtà, perché a questo sono chiamate dalla manifestazione di Dio.

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