lunedì 18 settembre 2017

1 Timoteo 2,1-8 e Luca 7,1-10
Non ho mai visto una fede così grande


È così! Anche oggi ascoltando il Vangelo si frantumano le granitiche convinzioni circa il dono della fede. Più che comprendere la fede come un atto di consapevolezza e di affiliazione, tutto sembra definirsi nella obbedienza e nella subalternità: "Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno ..."
Proviamo a capire meglio ... Il subalterno è colui che rispetto a chi gli è superiore è disposto a consegnare la propria possibilità, e nella libertà gli affida la propria volontà. Un subalterno non è uno schiavo, privo di libertà! La subalternità è quindi una esperienza legata alla libertà. Mi verrebbe quasi da adire che il centurione arriva fino a definirsi subalterno di Gesù. D'altronde la subalternità si esprime nelle scelte che questo uomo ha fatto: come pagano, come occupante romano, ama il popolo di Israele più che tanti israeliti, ed è lui che ha costruito la sinagoga. La fede così "grande" non è nella speranza di un miracolo, ma è nella relazione che si è generata tra il centurione e Gesù: io sono indegno di stare alla tua presenza, perché tu sei il Kyrios, tu sei Dio.

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