giovedì 21 dicembre 2017

Cantico 2,8-14 e Luca 1,39-45
O Emmanuele, nostro re e legislatore:
vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.

Giovedì, terza settimana di avvento. "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?" Queste parole di Elisabetta - riportate dall'evangelista Luca - ci propongono immediatamente alcune idee di straordinaria bellezza:
- la contemplazione del mistero;
- i destinatari della grazia.
Benedetta Tu Maria! Occorre infatti che tutte le generazioni ti dicano beata per questa tua benedizione! La pienezza di gioia di Maria si esprime in una vita beata cioè una vita che compie la volontà di Dio. Essere benedetti non significa essere dei privilegiati rispetto agli altri, ma essere di quelli che di fronte alla Parola di Dio, alle sue Chiamate, sono disposti a dire dei Sì.
Elisabetta, viene colta da una gioia incontenibile e da una meraviglia in attesa grazie alla visita di Maria. Elisabetta riconosce in Maria un "dono" inatteso! Questa condizione suscita in lei una domanda: "perché sei venuta da me?"
Maria rappresenta la via più breve attraverso la quale Dio raggiunge Elisabetta e ciascuno di noi, in ogni tempo. Esistono molte strade, ma Maria è la scorciatoia di Dio per chiedere a ciascuno di noi di prendere tra le braccia suo Figlio Gesù. Maria lo fece da subito: nella Parola (verbo); alla nascita a Betlemme; tante volte nella sua storia di madre ... fino alla croce, quando deposto il Signore dalla croce con Pietà ne pianse il corpo straziato.

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