giovedì 14 dicembre 2017

Isaia 41,13-20 e Matteo 11,11-15
Il testimone del regno

Giovedì, seconda settimana di avvento. Il brano del Vangelo di oggi ci mette in relazione con l'esperienza di Giovanni: lui visto come ultimo dei profeti della Legge antica e primo dei profeti del Regno, vive il dramma di una doppia testimonianza, quella di esprimere l'attesa di chi ha preceduto il Cristo e di chi si mette in cammino verso il regno a partire da Cristo. Ma in entrambe le visuali, Giovanni vive un dramma: imprigionato e non riconosciuto come profeta di Isrele; schiacciato dalle reistenze che nascono verso il regno di quel messia che si vuole osteggiare e condannare a morte.
La visione che Gesù ha di lui è però chiarissima: egli è quell'Elia che deve venire per aprire il tempo nuovo, quello redento, il tempo che sta "sotto la croce". Per questo essere un testimone di Cristo va ben oltre il fare o dare una testimonianza. Giovanni è testimone perché con la sua vita dimostra la sua appartenenza a Gesù nella concretezza degli avvenimenti di cui non solo è partecipe, ma di cui è anche causa.
Con la mia vita quale appartenenza dimostro? Con le mie scelte dimostro la mia relazione con il Signore? O esprimo tiepidezza nei miei comportamenti e a fatica faccio scelte che dicono il mio essere cristiano davanti agli altri? Le scelte di un cristiano quali sono?

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