sabato 16 dicembre 2017

Siracide 48,1-11 e Matteo 17,10-13
Un venire che è un ... divenire ...

Sabato, seconda settimana di avvento; inizio della novena del Santo Natale. Non sono preso da un ripianto di tradizionalismo, ma semplicemente sto cercando di indurvi a scandire il tempo dell'avvento del Signore come un venire progressivo, giorno per giorno, nel divenire quotidiano della vita.
La domanda che i discepoli fanno a Gesù è l'estremo tentativo da parte loro per capire cosa stava avvenendo, nel divenire della loro vita. Il Profeta Elia, di cui la tradizione ebraica narrava la sua ascensione al cielo, in un carro di fuoco, era entrato nelle tradizioni escatologiche come colui che, tornando, avrebbe inaugurato i tempi messianici. È in questa prospettiva che i discepoli comprendono che Giovanni Battista rappresenta il compimento di quella attesa. Noi, alle soglie del Natale non possiamo stare in una fabulosa illusione di una nuova nascita del Signore! Nella celebrazione del suo Natale, aspiriamo alla nascita nuova di tutto ciò che è di Dio e che gli appartiene. La venuta messianica inaugura nel tempo la salvezza realizzata nella passione, morte e risurrezione di Gesù. Se questa consapevolezza per noi non ha nessun sapore ... Ben poco serve mangiare il panettone, avrebbe solo il sapore del "natale commerciale" (cfr. Cardinale Giacomo Biffi).
Oggi imparo a fare mio lo scandire del tempo, come occasione per gustare il divenire del Signore.

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