sabato 20 ottobre 2018

Efesini 1,15-23 e Luca 12,8-12
Una profonda conoscenza di Lui ...

Conoscere Dio ...
"... quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo (...)". Per Paolo, la conoscenza del mistero, la conoscenza di Dio si evince come esperienza, non si può dire di conoscere Dio meramente attraverso la percezione dell'intelletto. È prima di tutto una illuminazione interiore, del cuore e della vita. Proprio perché tale esperienza è spirituale, può riversarsi nel concreto dell'esistenza e provenire da essa. È in questo senso che comprendiamo la conoscenza del mistero di Dio come corrispondenza alla vocazione (chiamati alla speranza); come custodia del dono della vita eterna che è Cristo stesso (la sua eredità fra i santi); come esperienza di chi è attore della potenza di Dio, perché ne subisce l'azione. Tale potenza (sua grandezza), rivela il mistero, che è sempre e soltanto l'amore misericordioso che Dio riversa in noi. Per questo "chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio". Conoscere Dio è sempre possibile alla nostra umanità perché essa è creata nella corrispondenza all'amore e alla misericordia: al dono gratuito e incondizionato della vita eterna e alla vicinanza di Dio, nel segno reale e concreto della carne di Cristo, la quale risolve il dramma esistenziale della solitudine che è abbandono nel nulla.

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